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Industry News
2019/11

La Commissione australiana per la concorrenza e i consumatori ordina a Zenimax di rimborsare Fallout 76

Adesso c'è una battuta comune per la quale ogni settimana porta nuove polemiche Fallout 76. Un gioco che semplicemente non può o non vuole prendersi una pausa ha fornito un flusso infinito di eventi controversi. A tal punto ora circola un'ipotesi di cospirazione secondo cui Bethesda sta intenzionalmente rovinando il gioco rendendolo il più brutto possibile in modo che quando Starfield esce che la gente lo adorerà perché è un miglioramento Fallout 76. Indipendentemente dalla validità di tale affermazione oggi, pochi giorni dopo la loro ultima pubblicazione, il Commissione australiana per la concorrenza e il consumatore ha ordinato a Zenimax di emettere rimborsi a coloro che ne faranno richiesta Fallout 76.

Il problema del rimborso è stato recentemente trattato da YouTuber YongYea.

Nella dichiarazione dell'ACCC per il mandato sono emerse due ragioni. Principalmente l'emissione è stata effettuata a causa della natura rotta, difettosa e spesso problematica del gioco segnalata dai consumatori. A differenza degli Stati Uniti, le leggi australiane sulla protezione dei consumatori si sono allineate al regno digitale, in quanto tali in base alle loro leggi ai consumatori era dovuto un rimborso. Zenimax non era d'accordo e ha continuato a mentire ai consumatori riguardo ai loro diritti a tale rimborso ai sensi della legge australiana.

"ZeniMax ha riconosciuto che è probabile che abbiano ingannato alcuni consumatori australiani riguardo ai loro diritti a un rimborso quando hanno riscontrato difetti con il loro gioco Fallout 76", ha affermato il commissario dell'ACCC Sarah Court."

La dichiarazione proseguirebbe menzionando le tutele garantite dalle leggi australiane sulla tutela dei consumatori e il contratto implicito che viene stabilito al momento della formazione di una vendita con mezzi ufficiali.

"Quando un consumatore acquista un prodotto, viene fornito con garanzie automatiche per il consumatore, e i rivenditori devono garantire che le loro politiche di rimborso e restituzione non travisino ciò che prevede la legge australiana sui consumatori", ha affermato la Court.

Zenimax da parte sua non ha contestato il mandato e ha iniziato ad aggiornare i propri termini di servizio per riflettere adeguatamente la legge australiana in Australia. Nel complesso è un giorno piuttosto triste quello in cui un ente governativo deve incaricare una società di emettere rimborsi per questioni di controllo qualità, ma questo segnala la fine del selvaggio west e della libertà illimitata che l'industria dei giochi ha sfruttato negli ultimi anni.

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